Museo Monumento al Deportato sito a Carpi ed il sito storico del Campo di Fossoli.
Il primo aprile 2024 si è tenuto a Correggio il direttivo della Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus. Oltre ad adempiere a tutte le formalità previste da tale impegno, i delegati (provenienti da diverse regioni d’Italia) hanno colto l’occasione per visitare insieme il Museo Monumento al Deportato sito a Carpi ed il sito storico del Campo di Fossoli.
La visita non era stata messa in calendario, ma si è deciso al momento e all’unanimità di dedicarle una giornata anche per mostrare ai più giovani presenti parte della nostra Storia.
Inaugurato nel 1973, il Museo Monumento al Deportato è una struttura unica nel suo genere, frutto dell’impegno civile di artisti che furono anche testimoni degli avvenimenti che rappresentavano. E’ uno dei memoriali più significativi nel panorama internazionale per le modalità stilistiche scelte e l’efficacia comunicativa dell’insieme (per saperne di più: https://www.fondazionefossoli.org/i-luoghi/museo-monumento-al-deportato/ )
Il sito storico del Campo si trova a circa sei chilometri da Carpi, in località Fossoli. Fu costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici. Nel dicembre del 1943 il sito venne trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di concentramento per ebrei e successivamente, dal marzo del 1944, divenne Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager), utilizzato dalle SS ed inserito di fatto nel sistema concentrazionario nazista, quale principale campo deputato alla deportazione dall’Italia verso i lager ed i campi di sterminio del Reich. Ad oggi è noto che tra il gennaio e l’agosto 1944 siano stati organizzati per gli internati di Fossoli almeno 8 convogli ferroviari, cinque dei quali destinati ad Auschwitz, e si stima che siano passati da Fossoli circa 5000 deportati, di cui la metà ebrei (per saperne di più: https://www.fondazionefossoli.org/i-luoghi/campo-di-fossoli/ ).
Il Campo dal maggio 1947 all’agosto del 1952
fu occupato dall’Opera Piccoli Apostoli, fondata da un sacerdote originario di Fossoli, don Zeno Saltini, per dare famiglia a bambini abbandonati e orfani di guerra. Furono abbattuti muri e fili spinati, le baracche vennero modificate in case di abitazione, scuole, laboratori, e si piantarono alberi, orti, giardini, trasformando così il famigerato Campo di Fossoli in Nomadelfia, “la città dove la fraternità è legge”. Purtroppo problemi economici e difficoltà di vario tipo portarono nel 1952 alla chiusura di Nomadelfia ed i bambini accolti dovettero lasciare le nuove famiglie (per saperne di più: https://www.storiaememoriadibologna.it/campo-di-fossoli-216-luogo ).
Quello di Nomadelfia fu un periodo di luce dopo tanto dolore. La luce che anche oggi vorremmo vedere squarciare le tenebre delle tante guerre, vicine e lontane, che affliggono l’umanità, in ballo tra distruzione, violenza e sofferenza e – per fortuna – ancora speranza.
Sono stati momenti molto toccanti e coinvolgenti, anche per chi già aveva visitato questo ed altri Campi, ma ancora di più per i più giovani. D’altro canto, una visita ad un “Campo” non può essere un’esperienza che lascia indifferenti. Anzi. Ed è giusto sia così. Deve essere, a tutti gli effetti, un momento di riflessione ed introspezione, ma soprattutto una presa di consapevolezza di ciò che è stato e di ciò che, purtroppo, potrebbe di nuovo essere.
Il direttivo
Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus